Chimera, allegoria, scherzo, paradosso filosofico, gioco linguistico, e molto altro. Ma in verità "nulla si può dire di Palafox, se non che è la perfetta incarnazione del romanzo sul niente". Così si apre e così si chiude, circolarmente, la magnifica pagina di Marzano su un testo unico e straniante, metamorfico e indefinibile come il suo misterioso protagonista, una creatura spuntata fuori da un uovo (e pertanto, dello stesso, origine), che tuttavia non è pulcino, né struzzo, né roditore.
Che questo romanzo sui generis sia anche una riflessione sulla lingua e un'avventura attraverso la lingua - "l'avventura di un essere fatto integralmente di lingua" - lo osserva per primo il traduttore, nonché editore di Prehistorica Editore Gianmaria Finardi nel suo Diario di bordo del traduttore, pubblicato in appendice.
Ma Palafox è anzitutto una sfida alle certezze, una provocazione, un divertissement letterario che "non segue alcun filo logico né cronologico", una storia "profonda, ma scritta con leggerezza e sarcasmo", popolata da personaggi che sono solo "fantocci al servizio di Palafox", bizzarra creatura ora mansueta ora incontrollabile, multiforme, parodia di un mondo non meno assurdo, incongruo e insensato.
Pubblicato per la collana Chevillardiana di Prehistorica, attualmente la sola casa editrice italiana dedicata esclusivamente alla Letteratura d'Oltralpe, come ricorda quella -h fossilizzata nel nome che si richiama alla parola francese "histoire".
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