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Immagine del redattoreCostanza Ciminelli

Michele Mari per la Repubblica, su Hope MirrLees


"C'era una volta la signora degli anelli": con questo titolo geniale per arguzia e capacità di sintesi, il Prof. Mari apre una pagina critica notevole per ricchezza, profondità e, non marginale in questi spazi, ampiezza iconografica.

Pubblicato da Cliquot per Fantastica, la collana dedicata alla narrativa dell’immaginario straordinaria ma dimenticata, Lud nella nebbia è il miglior esempio di fantasy colto, elegante nella sua toponomastica fiabesca ante litteram, raffinato nella simbologia araldica, capace di invenzioni felici, come quella della paura del passato, o il tabù delle mele, che assimila il fatato regno di Dorimare al Paradiso terrestre, ma solo prima di promuoverle a emblema di verità e di un nuovo rinascimento, sebbene aleggi il sospetto che esso volga presto nell'ennesima restaurazione.


In tal senso è interessante il richiamo di Mari a una nota di Neil Gaiman sul testo come incentrato "sulla riconciliazione, sulla ricerca di un equilibrio nell'intreccio tra profano e miracoloso. Dopotutto abbiamo bisogno di entrambi."

Per contro, osserva il critico letterario, sono da respingere "le interpretazioni che pretendono nella vicenda una metafora del conflitto tra ancien régime ed età moderna o fra classi sociali: non perché il fantasy non possa prevederlo, ma più semplicemente perché questo libro, dall'inizio alla fine, è una fantastica e ludica féerie protetta dalla sua stessa nebbia."


Con la traduzione di Lucrezia Pei e le illustrazioni di Gaia Eloe Cairo.

Disponibile nella doppia versione Classica brossurata e Deluxe cartonata a tiratura limitata.


Recensione integrale:




Maggiori informazioni:











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